Marco Peruffo nasce a Vicenza il 13 dicembre 1969, sposato con Sara, vive a Castelnovo di Isola Vicentina, nella zona pedemontana adiacente alle Piccole Dolomiti, nelle zone a nord di Vicenza.
Si è laureato in giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Bologna.
È attualmente dirigente amministrativo presso il Servizio Amministrativo dell’Ospedale dell’A.S.L. n. 6 di Vicenza.
Marco ha il diabete di tipo 1 insulino trattato fin dal 1979, è microinfuso dal 2005.
In tutto e per tutto si può ben dire che ha seguito le orme paterne: dal diabete alla passione per l'alpinismo,
In entrambi i casi, con un po' di sarcasmo, lo possiamo considerare un figlio d'arte: infatti Bepi, il papà di Marco, ha praticato per più di vent'anni alpinismo ad alto livello prima dell'insorgenza del diabete.
Nell'arco di tre anni diventano diabetici sia Bepi (1976) che il figlio Marco (1979).
Nell'estate del 1988 Marco, con latino, greco e matematica da riparare a settembre si ritrova senza programmi di vacanze e scopre il “gioco” dell'arrampicata.
Dietro la stazione dei treni di Vicenza esiste, fin dagli anni 30, una cava di pietra dismessa e trasformata in palestra di roccia dai locali alpinisti.
Tra una traduzione di greco, un'equazione algebrica sbilenca ed un po' di latinorum incomprensibile Marco si cimenta con la dimensione verticale, un mondo alternativo con nuove regole di gioco.
Il nostro elephant baby, così chiamato dagli amici per la corporatura massiccia, metro dopo metro sale e scala, prima sulle brevi pareti delle Piccole Dolomiti vicentine, poi sulle Dolomiti ed infine sulle Alpi, e più recentemente anche in giro per il mondo.
Con il trascorrere delle stagioni sviluppa una propensione particolare per le ascensioni di tipo classico di grande respiro sia su roccia che in alta montagna.
Dal 1999 frequenta l'alta quota annoverando diverse spedizioni extraeuropee all'attivo: vetta del Cerro Aconcagua (6.962 metri) con il progetto IDEA2000; dopo aver salito in precedenza sulla Cordillera Blanca peruviana i Nevadi Alpamayo (5.946 metri), Pisco (5.756 metri), Urus (5.495 metri) e Nevado Ishinca (5.553 metri) sulle Ande peruviane; vette del del Kilimanjaro (5.985 metri) e del Monte Kenya (5.199 metri) con il progetto D.I.S.K. 2002.
Marco, infine, il 3 ottobre 2002 ha coronato il sogno e l'obiettivo per il quale lo stesso gruppo A.D.I.Q. è stato inizialmente costituito: riesce nell'ascensione degli 8201 metri del Cho Oyu, la Dea Madre della Pietra Turchese, in Tibet, sulla catena dell'Himalaya senza ossigeno e senza portatori d’alta quota.
Nel 2005 prosegue la sua attività in altissima quota scalando il Pik Lenin (7.134 metri) nell’Alai Pamir con il progetto A.D.I.Q. IS.L.E.T. e nel 2007 sale l’Ama Dablam (6.856 metri) per la difficile cresta sud ovest in compagnia della moglie Sara.
Scostante nel carattere ha trovato continuità ed intensità di stimoli solo nell'alpinismo: grazie ad esso ha iniziato a prendersi cura di se stesso e del suo diabete capendo che non avrebbe avuto alcun futuro alpinistico senza una conoscenza approfondita delle diverse problematiche sottese al diabete e di conseguenza di un buon controllo metabolico.
In anni in cui la pratica sportiva era ancora culturalmente un'eccezione e non la regola per la cura del diabete, Marco ha coltivato la passione per l'alpinismo sostenuto in modo incondizionato da dei genitori che hanno compreso la passione del figlio e lo hanno sostenuto comprendendo il ruolo positivo che l'alpinismo stava man mano guadagnando nella vita del proprio figlio.
Marco è il Presidente del gruppo A.D.I.Q (Alpinisti Diabetici in Quota).