Solidarietà

freaks 2003_01equi si, ma soprattutto solidali

//parole_chiave/solidarietà/cosa_significa?
Sfogliando il vocabolario della lingua italiana Treccani, alla voce solidarietà si legge: «Rapporto di fratellanza e reciproco sostegno che collega i singoli componenti di una collettività nel sentimento, appunto, di questa loro appartenenza ad una società medesima e nella coscienza dei comuni interessi e delle comuni finalità.». Tale definizione fa apparire la solidarietà come l’espressione principe della società, e come la nobile comunione di interessi, idee e propositi, che dovrebbe scaturire naturalmente dalla consapevolezza di appartenere allo stesso gruppo, ed avere l’inteso impegno di difendere i comuni interessi, le comuni finalità ed i comuni ideali.

//parole_chiave/solidarietà/a_cosa_serve?
La solidarietà è un’esigenza genetica messa in atto dalla natura per assicurare la sopravvivenza dei singoli, per proteggere il gruppo e garantirne la continuità. Da soli non ce la faremmo a sopravvivere al carico delle forze avverse. L’unica risposta possibile è l’impegno collettivo, continuo, se necessario estenuante, per far fronte alle ostilità. Estremizzando si può azzardare che la solidarietà nasce come reazione del bene sul male, come un bisogno elementare a soccorrere gli altri per essere, a nostra volta, soccorsi in caso di bisogno.

//parole_chiave/solidarietà/kant…
Immanuel Kant (1724-1804) sosteneva che all’interno di una comunità non vi può essere solidarietà senza conflitto. Diceva che «la compattezza sociale si raggiunge in seguito ad incrinature e spaccature», e parlava di «socievole insocievolezza» cioè della tendenza ad associarsi e a dissociarsi in un’interminabile provvisorietà dei gruppi sociali. In altre parole l’unione solidale deriva dall’incessante competizione. Più scontri e lotte intestine si scatenano all’interno di una società, più si avverte la necessità di un sostegno ai più deboli. In qualunque società l'aiuto reciproco è continuamente mescolato al conflitto, la collaborazione mista all’avversione, e la continuità all'interruzione ed alla crisi. L’intervento solidale e le attività altruistiche sono quindi frammiste al conflitto, alla lotta per la gloria, alla ricchezza, al potere, o alla non meno importante salvezza della propria anima.

//parole_chiave/solidarietà/durkheim…
Il filosofo francese Emile Durkheim (1858-1917), considerato uno dei fondatori della moderna sociologia, elaborò una teoria in cui distinse due diverse forme di solidarietà. La prima, detta solidarietà meccanica, spiega la aggregazione tra gli individui di una stessa collettività sulla base della loro attrazione, e della simpatia reciproca favorita dalla comunanza di idee e di gusti. La seconda, chiamata solidarietà organica, porta alla coesione tra gli individui sfruttando non le affinità, ma le differenze e l’intraprendenza degli uni con, e per, gli altri. Fatta salva la “meccanicità” della solidarietà all’interno di una società, occorre esaltare le singole capacità, e le differenti attitudini e vocazioni, per metterle a disposizione di tutti, con il fine di raggiungere l’obiettivo comune. C’è molto da salvare, e moltissimo da aiutare. La specie umana innanzitutto. La flora e la fauna minacciata d’estinzione. La stessa aria che ogni giorno di più diventa irrespirabile. La solidarietà va sostenuta ogni attimo che passa.

//parole_chiave/solidarietà/come_fare?
La storia di tutte le società è costellata di opere sorte per fini di solidarietà. Molto spesso, in passato, avvicinandosi l’ora della resa dei conti, in tanti hanno voluto guadagnarsi un posto d’onore in paradiso con lasciti, e donazioni. Oggigiorno lo scenario è cambiato, e non è dei più incoraggianti. La solidarietà è circondata ed assediata dal decadimento generale dei valori tradizionali. La solidarietà è continuamente spaventata dalle decine di focolai di guerra che ne insanguinano il corpo un po’ dappertutto su questo pianeta. La solidarietà è sempre di più disorientata dalle menzogne e dai soprusi che si prendono continuamente gioco della terra e dei suoi abitanti. E nonostante questo riesce a riprodursi, a moltiplicarsi, e pian piano a diffondersi. Non è per fortuna che ciò accade! Pur essendo ancora la solidarietà un’espressione della natura umana, non gode di generazione spontanea. Non cresce da sola! Va coltivata! Chiunque, ed a qualunque livello, si faccia promotore di solidarietà dovrebbe essere aiutato, ed invece lavora tra mille ostacoli e con immensi sforzi, ciò nonostante rappresenta un esempio per tutti. Ciascuno di noi è il formidabile strumento di cui disponiamo per alleviare i flagelli dell’umanità, ma allo stato delle cose gli interventi che nascono sono inadeguati davanti alla vastità dei problemi. Inadeguati perché insufficienti, insufficienti perché i sofferenti superano di gran lunga il numero dei volontari e le risorse non saranno mai adeguate a soddisfare gli immensi bisogni planetari. E poi, un progetto di solidarietà planetaria non può essere affidato quasi totalmente al volontariato. Chi potrebbe fare veramente qualcosa, non muove un dito, mentre invece chi non ha mezzi, si spacca in quattro per ottenere qualcosa. Dovremmo avere a tutti i vari livelli della società sistemi funzionali e coordinati per la raccolta e la gestione delle risorse; sia materiali, che umane. Dovremmo elaborare progetti comuni e d’insieme che possano risolvere definitivamente i problemi alla radice. Dovremmo creare un’unione d’intenti planetaria che fortifichi il progetto d’insieme. E tutti questi aspetti si potrebbero ottenere facilmente, ed invece sembra che ognuno corra a diventare santo per conto proprio. Oggi, molto più che in passato, è venuta meno la solidarietà collettiva, ed il disinteresse dilagante dipende dalla convinzione, che ognuno debba badare soltanto a se stesso, e circoscrivere l’interesse al proprio «particolare». Dobbiamo risvegliare l’uso della reciprocità nel vivere in comunità. La solidarietà dev’essere una pratica di tutti, per il bene tutti. Senza distinzioni. Senza risparmi.

//parole_chiave/solidarietà/risposte_chiave…
In nome della libera circolazione delle idee tra tutte le culture abbiamo raccolto spontanee definizioni da attribuire a concetti universali. Riportiamo di seguito, trascritte così come ci sono arrivate, le testimonianze delle persone che hanno deciso di lasciare un segno, scrivendoci cosa ne pensano della solidarietà:
Corrado, 28, italia: applicazione delle qualità migliori dell’uomo.-
Dejan, serbia: io sono concordo per ogni solidarietà, anche cose umane.-
Goran, 26, serbia, studente: solidarietà è una cosa grandissima per me, però non c’è molto persone solidali.
Anonimo, 20, italia: rendere il proprio superfluo importante per un altro.-
Walter, 56, italia, pensionato: certo che sapere che un altro uomo è disposto a dividere l’acqua e il pane con te ti rassicura per il futuro.-
Dauda, 29, senegal, occupazione “senza”: essenza della vita.-
Boris, 29, yugoslavia, operaio generico: solidarietà: manca sempre, cioè serve di più. Dunque, grazie a che esistono persone umane, la gente con gran cuore…-
Manolis, 22, grecia, studente lavoratore: stare vicino agli altri dicendo anche solamente due parole, o uno sguardo, aiutare con delle azioni.