Comare che Bora!!!
Conosco la bora,
chiara e scura,
la detesto quando scende fuori misura
con cielo sereno.
Amo l'altra
che ha una buia violenza cattiva
Io devo recuperare la bora
oppure qui affondare
nel mio paese natale
nella mia triste Trieste
nella mia Trieste triste
che amare è impossibile
e odiare anche.
 
A partir de co iero sai picio
fin al giorno che sburto radicio
so per certo, e son sai contento
che la bora xe el mio unico vento
sai zima la porta, ma solo de fora
perchè l'animo invece te lo acalora
ma come la fa? co' una fiama segreta?
no
la ghe alza la cotola de qualche muleta
 
La sburta, la sbati,
el naso la impizza,
la jazza le jozze
che in tera se schizza.
La sufia de soto,
la sufia de sora:
ferai e camini
la manda in malora.
Comare, che bora,
comare, che inferno,
che vadi 'n malora
la bora e l'inverno!
Co' un colpo de bora
un sior se scapela,
le còtole in aria
ghe va ala putela.
 
Va via la paruca
de qualche vecieto,
a quel dei maroni
se svoda el bancheto.
Comare, che bora,
comare, che inferno,
che vadi 'n malora
la bora e l'inverno!
La porta nei oci
sabion e scovazze,
i muri la passa,
la passa le strazze
La va dapertuto,
ma questa xe bela:
che ti te la trovi
perfin in scarsela!
 
Umberto Saba
[Trieste, 9 marzo 1883
Gorizia, 25 agosto 1957]
Diego Manna
[Trieste, 4 marzo 1979] 
Antica Canzone Popolare Triestina [1899]
testi: “Ermanzio” (Ermanno Curet)
musica: Silvio Negri

 

La bora è Trieste. E Trieste è la Bora. La Bora è probabilmente il personaggio triestino più famoso al mondo. In Italia di sicuro. Chi a Trieste è nato la Bora ce l'ha nel DNA. Chi invece viene a contatto con la Bora per la prima volta ne rimane colpito profondamente. Immediatamente, o s'innamora, o la odierà per sempre. Io a Trieste ci sono nato e la  Bora l'ho sempre amata. Mi piace perchè è forte e impetuosa, ti strapazza, spolvera e strappa, spinge e tira, scoperchia e scappa da tutte le parti, "insempia" e "sbatocia".  La più Gian Burrasca dei venti. A qualcuno fa venir l'emicrania. A me il rumore delle raffiche tra le fessure delle case, ascoltato da sotto le coperte, concilia il sonno. Ci sono dei punti della città dove è indomabile. Sovrana incontrastata. Largo Pestalozzi è uno di questi punti.

Martedì 1 marzo 2011 ore 14:00 circa.
Largo Pestalozzi a Trieste.
Bora a 145 km/h.
Andando a lavorare a piedi.
Piccola ripresa di una scooterista appena sbattuta a terra da una raffica e...
...splendido "autoritratto" pettinato dal vento...

mercoledì 2 marzo 2011.
Largo Pestalozzi, Trieste.
Rifacendo la strada per andare al lavoro cammino tra le "macerie" prodotte dalle raffiche del giorno prima.
Come sarà arrivato lì in strada quel materasso?
E quanta forza ci vorrà per piegare il palo di un segnale stradale?