Il 26 agosto 1981 un arresto cardiaco pone fine alla vita di Lee Hays, uno dei personaggi più significativi del folk politico statunitense. Nato il 14 marzo 1914, la sua vicenda artistica è strettamente legata con le battaglie politiche, antifasciste e sindacali degli Stati Uniti alla fine degli anni Trenta. Nel 1941 con W. Guthrie, P. Seeger e M. Campbell fonda gli “Almanac Singers”, un gruppo folk urbano che si esibisce nelle fabbriche, nei picchettaggi e nei raduni sindacali. Il gruppo è anche l’inventore degli “Hootenannies”, concerti inframmezzati da storielle divertenti, discussioni politiche e slogan destinati a raccogliere fondi per le battaglie sindacali. Con l’incalzare della seconda guerra mondiale la band si scioglie e Hays fa dell’impegno antifascista lo scopo principale della sua attività. Nel 1948 con P. Seeger, R. Gilbert e F.Hellerman dà vita agli Weavers, che ottengono un clamoroso successo con “Goodnight Irene” vendendo oltre due milioni di copie. La storia degli Weavers viene, però, interrotta nel 1952 dal maccartismo. Hays, dopo umilianti interrogatori del Comitato contro le Attività Antiamericane e vessazioni di ogni genere, si vede messo al bando dalla vita civile. Inizia così a vivere ai margini del mondo musicale riuscendo a vivere solo grazie alla silenziosa quanto efficace catena di solidarietà messa in piedi dalla sinistra statunitense. Quando muore i tempi duri sono ormai alle spalle, ma hanno lasciato un segno indelebile sulla sua salute, già minata dal diabete.