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isola istria cartolina libro
"...alle falde di questa valle (?) lambita dalle false onde, s'alza entro del mare in mezzo alli due Promontorj uno scoglio di figura quasi ovata, e di giro un lungo miglio, il quale serve di base alla terra, denominato Isola dal sito isolato, in cui sen giace. Chi ne fossero i primi fondatori, diversamente ne scrivono gli Historici. Leandro Alberti l'attribuisce agli Istriani, allorchè intorno al 550 d.C. la Provincia fu da gl'Hunni miseramente desolata..."

Corpo Volontario dei Vigili al Fuoco di Isola d'Istria

Il Corpo dei Vigili al Fuoco è stato fondato a Isola d'Istria nell'anno 1925 dal comissario prefettizio Bortolomeo Poggi.

Dal post di Claudio Chelleri su Facebook condividiamo l'immagine di quello che probabilmente era il primo nucleo.

1925 corpo volontario vigili fuoco isola istria primo nucleo

Dall'immagine rileviamo che i componenti di questo primo nucleo erano:

- Giovanni Delise;
- Luciano Felluga;
- Giusto Degrassi;
- Giovanni Dellore;
- Giovanni Grattoni;
- Guerrino Degrassi;
- Augusto Parovel;
- Mario Dudine;
- Giovanni Giaconisso;
- Giuseppe Depase;
- Giovanni Parma;
- Costante Degrassi;
- Mauro Bacci;
- Mario Giovannini.

Questo è il quadro con lo schizzo dello stendardo per il Corpo Volontario dei Vigili al Fuoco d'Isola d'Istria.

1927 corpo volontario vigili fuoco isola istria stendardo

Lo stendardo, delle dimensioni di 120x150 cm su fondo bianco è opera di tale Ravasini.

Il quadro dello stendardo è stato conservato dalla famiglia di Salvatore Perentin - per tutti gli isolani "l'Orefice" - e dopo la morte di "Tore" è stato donato dalla moglie Lida Goina (Passon) all'Associazione Isola Nostra.

Successivamente alla donazione, il quadro è stato restaurato a cura della Società Nautica Giacinto Pullino e verrà consegnato all'IRCI Istituto Regionale Cultura Istriana, presieduto dall’isolano dott. Franco Degrassi, per la sua meritata e perenne conservazione futura.

Piccolo aneddoto deducibile delle note qui di seguito, il nome della signora che avrebbe eseguito il lavoro su stoffa purtroppo è andato perduto... magari qualcuno sa qualcosa in più e può aiutare a completare questa affascinante storia di quasi un secolo fa.

corpo volontario vigili fuoco isola istria testo 1
1927 corpo volontario vigili fuoco isola istria testo 2

Isola d'Istria...sempre nostra!

Isola d'Istria...sempre nostra! è un'iniziativa di Paolo Coppo, Emilio Felluga, Donatella Felluga e Mauro Vascotto, nato con lo slogan "Nella giornata del Ricordo delle foibe e dell'Esodo degli Istriani, Fiumani e Dalmati, ricordiamo l'esodo dei nostri padri dall'antica città di Alieto (l'originario nome di Isola d'istria) dove vissero attraverso tanti secoli, accomunati dagli stessi mestieri e dalla fratellanza che unisce chi vive sul mare e con il mare!" ed è il gruppo Facebook dedicato agli innamorati di Isola d'Istria.

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Gli ebrei a Isola d'Istria

david star WEBIsola d’Istria (איזולה)

 
Attilio Milano (Roma, 12 agosto 1907 – Hod HaSharon, 22 giugno 1969) nel suo libro "Storia degli ebrei in Italia" [Einaudi - 1963 - 727 pagine] a pagina 133 cita la pagina 124 del libro di Cecil Roth "The History of the Jews of Italy" (La storia degli ebrei in Italia - Philadelphia - 1946) dove si scrive che già nel 1420 a Isola d'Istria risulta che sia stato fondato un banco di pegni ebraico. Dalla documentazione fornita dai libri dei Vicedomini, è menzionato, nel 1421, Abramo di Liebermann, che presumibilmente ne fu il gestore.
 
Maurizio Lozei (Trieste, 11 agosto 1956) nel suo libro "Gli ebrei di Capodistria e la loro attività economica in una serie documentaria inedita, II Parte" a pagina 102 scrive che nel 1425, comparivano nei documenti relativi a Isola d'Istria Giuseppe, figlio di Mosè, Richa, vedova di Maier [sic] e David.
 
Antonio Ive (Rovigno, 13 agosto 1851 - Graz, 9 gennaio 1937) nel suo "Banques juives et Monts de Piété en Istrie" (Banche e Monti di Pietà ebraici in Istria) [in REJ II - 1881] nel capitolo dedicato agli ebrei di Pirano (Les Capitoli des Juifs de Pirano) [pagine 175÷198] a pagina 177 sostiene che una copia del documento relativo al testamento della sopra citata Richa in favore di David, dell'anno 1478, fosse stata riprodotta nel Codice Diplomatico d’Istria, di cui fa menzione senza ulteriori dati.
 
Il Codice Diplomatico Istriano (CDI) è una collezione di documenti, riguardanti il territorio dell'Istria e di Trieste, prodotti nel periodo che va dal 50 al 1526, raccolti e stilati per la stampa da Pietro Paolo Kandler (Trieste, 23 maggio 1804 – Trieste, 18 gennaio 1872). All'inizio fu pubblicata su fogli separati e numerati, in forma di allegato a singoli numeri della rivista "l'Istria" nel 1851 al 1852, e comprendeva 154 diplomi che furono nella maggior parte pubblicati nell'edizione definitiva della collezione.
 
Scrive ancora Antonio Ive che secondo un’altra fonte, Richa, vedova di Mayer, sarebbe stata attiva in un'epoca più tarda, dato che il marito avrebbe detenuto il monopolio del prestito su pegno a Trieste negli anni Sessanta del XV secolo, mentre lei stessa, avrebbe avuto un banco di pegni a Isola d'Istria, che, nel 1478 appunto, avrebbe lasciato in eredità al figlio David.
 
In assenza di materiale documentario specifico, si può supporre che ancora nel XVII secolo continuasse una presenza ebraica ad Isola d'Istria, come nelle altre località istriane in cui gli ebrei si erano insediati in precedenza, gestendovi il prestito su pegno.
 
Fonte:
Goldstein-Goren Diaspora Research Center, Tel Aviv University

RAI Friuli Venezia Giulia - "Sconfinamenti" - In ricordo di Emilio Felluga

rai friuli venezia giulia
 
Mercoledì 18 marzo 2015 all'interno del programma radio della sede RAI Regionale del Friuli Venezia Giulia "Sconfinamenti" - Cultura Attualità e Musica dell'Alto Adriatico - trasmissione condotta da Biancastella Zanini e Riccardo Ostoich interamente dedicata al ricordo del dott. Emilio Felluga nato a Isola d'Istria il 27 febbraio 1937 e morto a Trieste il 3 marzo 2015.
felluga emilio
 

 

 

 

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Il Cimitero Storico di Isola d'Istria

il cimitero storico di isola d istria cover WEB

Su incarico di mons. Giovanni N. Glavina, Vescovo di Trieste e Capodistria, il 2 Novembre 1883 mons. Giovanni Zamarin impartì la benedizione al “Nuovo Camposanto di Callelarga”
dal VIII Libro dei morti di Isola - 2 Novembre 1883
 

Proprio dedicato alla memoria di Mons. Giovanni Zamarin (1857 - 1893) che fu parroco di Isola d'Istria dal 1821 al 1895, nel mese di ottobre 2014 la Comunità Autogestita della Nazionalità italiana di Isola per le Edizioni “Il Mandracchio” ha dato alle stampe il volume intitolato "Il Cimitero Storico di Isola".

Vi anticipiamo qui di seguito la prefazione al libro dell'Architetto e Conservatrice nonché Coordinatrice Culturale della Comunità Italiana di Isola, Agnese Babič, mentre a fondo pagina trovate i link per consultare il libro.

Il tema del cimitero, nei suoi caratteri più generali, ha rappresentato per la società, nel trascorrere dei secoli, una delle maggiori espressioni di civiltà in un perfetto equilibrio tra arte e architettura, tra spazio fisico e spazio simbolico, tra costruzione e monumento.

“All’ombra dei cipressi” è un progetto nato già qualche anno fa, quando il consigliere comunale e allora presidente della Comunità Autogestita della Nazionalità Italiana di Isola, Silvano Sau, iniziò a occuparsi della tutela della parte storica del cimitero di Isola. Grazie al suo operato e alla collaborazione con l’Istituto per la tutela dei beni culturali della Slovenia, Unità territoriale di Pirano, nel 2011 il Consiglio comunale ha approvato il Decreto sulla proclamazione del Cimitero Isolano Monumento di interesse locale. Questo prevede l’indicazione di determinati vincoli di conservazione a seconda del regime di tutela segnalato.

A molti potrà sembrare il tema del cimitero un argomento poco interessante, addirittura lugubre, ma ricordo ancora il mio viaggio fatto a Praga durante gli anni universitari, nel quale avevamo previsto assieme ai miei compagni, di fare una tappa al suo cimitero ebraico. Nulla è la testimonianza più antica e racconta la vita degli ebrei del ghetto di Praga, più delle lapidi del suo cimitero.

Il cimitero (la parola deriva dal greco koimetérion e significa “luogo di riposo”) è luogo di incontro, di preghiera e di riflessione, ma anche fonte di ricerca storica ed artistica. Come scritto nel saggio di Giuseppe Marcenaro (Cimiteri. Storie di rimpianti e di follie), il cimitero viene visto come spazio fisico quanto mentale, un luogo delle angosce suscitate dal rimpianto per chi non c’è più. Il cimitero come opera d’architettura invece rimanda al senso del luogo, “al tumulo di terra fra gli alberi del bosco” (Adolf Loos), un mondo affascinante diviso fra edifici fuori terra e la madre terra.

Già dai tempi dei primi cristiani si diffuse però l’idea di dedicare uno spazio ai morti, dapprima nelle catacombe e successivamente sotto il pavimento delle chiese, e dal Medioevo attorno alle strutture religiose stesse. Nella maggior parte delle religioni occidentali i riti funebri prevedono il loro completamento presso il cimitero, con il pio ufficio della sepoltura.

Le tombe possono essere classificate sulla base di diversi criteri, come ad esempio il tipo (a fossa, a cassa lignea, con sarcofago, ecc.), la forma (rettangolare, ovoidale, a vasca, ecc.), il fondo (terra, pietra, malta, ecc.), il rivestimento interno (assente, in pietra, in malta, ecc.), la copertura (assente, lapidea monolitica, con tumulo in terra, ecc.) e la posizione (al di sopra del terreno - piramidi, mausolei - oppure al di sotto ).

Tra le tipologie più note vi sono: la tomba a camera ipogea, la tomba a cappuccina, la tomba a cassone o a sarcofago, la tomba a dado, la tomba a edicola, la tomba a pozzetto, la tomba a tholos, la tomba a tumulo, ecc. Nel caso di personaggi illustri era ed è uso collocare la tomba in un luogo particolare: gli antichi egizi costruirono le piramidi a ovest del Nilo, durante il medioevo in Europa le persone importanti avevano una tomba all’interno di chiese e basiliche (vedi la Basilica di Santa Croce a Firenze, dove sono sepolti numerosi grandi della storia quali Michelangelo Buonarroti, Galileo Galilei e Ugo Foscolo).

A Isola troviamo sepolture attorno al Duomo di San Mauro e del 1819 esiste un progetto per la ristrutturazione del cimitero sito a Punta Gallo. Nel 1882 l’amministrazione comunale decide di costruire il nuovo cimitero di Isola nella posizione odierna.

Tra le tombe di personaggi interessanti per la nostra cittadina possiamo evidenziare quella dell’architetto comunale Ettore Longo, del medico Tamaro, dello Zustovich, la tomba monumentale della famiglia Degrassi. Le tombe più importanti sono posizionate lungo il muro perimetrale che racchiude il cimitero storico. Il suo tipico impianto a croce è sottolineato dalla presenza di cipressi lungo le assi al centro delle quali è sita la cappella dedicata all'Arcangelo Michele. Le tombe, costruite in pietra locale, presentano diverse tipologie, perlopiù sono architravate racchiuse da pilastri laterali, ad obelisco, a tempietto. Oltre alla tomba monumentale della famiglia Degrassi, due sono le tombe a sarcofago (della famiglia Pesaro e della famiglia Drioli). Troviamo anche tombe con elementi scultorei (ad es. vedi la tomba Colomban). Il volume è un importante documento che include la catalogazione di più di cento tombe corredate da un ricco apparato fotografico, da descrizioni inerenti la famiglia di appartenenza, dall'elaborazione grafica di alcune tombe interessanti da un punto di vista tipologico e architettonico. Inoltre il volume contiene un breve contributo relativo alla simbologia tombale e una ricca appendice con gli epitaffi.

Un documento importante che testimonia la storia di Isola, dato che il riconoscimento del mantenimento della memoria è la base del futuro. Un particolare ringraziamento per la riuscita dell’opera va rivolto all'Istituto per la tutela dei beni culturali della Slovenia, Unità territoriale di Pirano per la collaborazione offerta sia nell'impostazione e nella preparazione del volume, sia per l’insostituibile e decisivo apporto nella stesura della perizia scientifica, che è servita da base per la definizione e l’approvazione dello stesso Decreto di tutela da parte del Consiglio Comunale Isolano.

Ai fini della documentazione storica va sottolineata anche la collaborazione dell’Archivio Regionale di Capodistria che ha messo a disposizione degli autori alcune testimonianze grafiche sui primi monumenti tombali del Cimitero storico.

Infine, non va dimenticata l’instancabile opera di ricerca di Marino Bonifacio sulla storia documentata dei cognomi istriani, che ha contribuito alla realizzazione di questa monografia mettendo a disposizione tutto l’archivio sulle casate che, nei secoli, hanno partecipato e contribuito all'evoluzione storica, sociale, culturale ed economica della nostra città. I testi di Marino Bonifacio sono stati d’aiuto, inoltre, anche per redigere la breve storia di alcune importanti casate isolane, da tempo scomparse e delle quali, purtroppo, non esiste testimonianza tra i monumenti tombali del nostro camposanto.

Non ultimo, un sentito ringraziamento all'I.R.C.I. - Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata – di Trieste per aver consentito la pubblicazione della “Ricognizione ed evidenziatura delle sepolture italiane” eseguite dal prof. Antonio Puletich nel 2003 e che rappresentano un vero e proprio censimento del cimitero isolano in quel periodo. Un particolare riconoscimento all'I.R.C.I. anche per l’interesse che continua a dimostrare per la realtà cimiteriale di Isola che si manifesta anche con lo stanziamento di fondi per la salvaguardia ed il restauro di singoli monumenti tombali di particolare interesse storico.

Agnese Babič, arch. cons.

Scarica il del libro.

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