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{jumi [*4]}
isola istria cartolina libro
"...alle falde di questa valle (?) lambita dalle false onde, s'alza entro del mare in mezzo alli due Promontorj uno scoglio di figura quasi ovata, e di giro un lungo miglio, il quale serve di base alla terra, denominato Isola dal sito isolato, in cui sen giace. Chi ne fossero i primi fondatori, diversamente ne scrivono gli Historici. Leandro Alberti l'attribuisce agli Istriani, allorchè intorno al 550 d.C. la Provincia fu da gl'Hunni miseramente desolata..."

I sacerdoti di Isola d'Istria nel periodo napoleonico: Antonio Carboncich

busta

I sacerdoti di Isola d'Istria nel periodo napoleonico:

Antonio Carboncich

Dovevano avere un patrimonio personale per mantenersi decorosamente

Quasi duecento anni fa, nel 1811, quando Isola d'Istria apparteneva al Regno d’Italia e Napoleone Primo ne era il suo Re, i nostri concittadini Bortolo Costanzo, Antonio Carboncich, Antonio Vascotto e Giovanni Delise scelsero di diventare sacerdoti. Essi avevano già frequentato il Convitto del Seminario vescovile di Capodistria per due anni, come rileviamo da uno dei tanti certificati, e nella documentazione che vedremo, ognuno di essi viene chiamato Chierico o Prè.

Per poter accedere al suddiaconato e successivamente diventare sacerdoti, essi dovevano avere per legge un certo patrimonio, una specie di “dote” onde poter con decenza mantenersi nella Carriera, come recita uno degli Atti notarili che vedremo in queste puntate. La documentazione per ognuno di loro comprende anche un’estratto di nascita e battesimo del Parroco di Isola Giovanni Fancio, legalizzato dal Municipio isolano; un Certificato di frequenza al Seminario; il benestare del Vicario Generale Capitolare di Capodistria, datato 12 febbraio 1811, che lasceremo per l’ultima puntata, perché è cumulativo per otto nostri conterranei, compresi i quattro isolani.

Quasi tutti i manoscritti sono discretamente leggibili tranne qualche parola. Quello del parroco isolano, che aveva una calligrafia simile ai geroglifici egiziani, ci ha fatto perdere più tempo per capire cosa egli aveva scritto, anche perché contiene simboli e abbreviazioni. Pertanto, le parole non individuate, saranno indicate con dei puntini seguiti dal punto di domanda; se riportate ma dubbiose, esse saranno seguite da un punto di domanda.

Questi documenti storici sono alquanto interessanti sotto ogni punto di vista, e noi li riportiamo in originale con gli eventuali errori.

La sequenza dei quattro nominativi è dovuta al fatto che il primo possedeva alcuni documenti del 1809, compreso quello di un notaio (nodaro) di Capodistria, gli altri tre avevano tra l’altro un documento con la stessa data e del medesimo notaio di Isola, che aveva segnato il numero progressivo dell’Atto notarile.

In questa puntata riportiamo la documentazione del chierico Antonio Carboncich.


N.° 1 Provincie Illiriche

Napoleone Primo per la Iddio Grazia, e per le costituzioni Imperatore dè Francesi e Rè di Italia a tutti li presenti e venturi salute.

Copia autentica di Prima edizione

Adi dieci / 10 / Geñaro milleottocento undici / 1811 / giorno di Giovedi nella Comune di Isola, Dipartimento di Istria Regnando Napoleone Primo Imperatore dè Francesi, e Rè di Italia.

Prossimo essendo Prè Antonio Carboncich di Mauro, di essere promosso all’ordine del subdiaconato, mediante l’ajuto della Divina Grazia, e occorrendo a senso delle Leggi Canoniche, e Sinodali Prescrizioni, ch’egli sia munito del consueto Patrimonio, onde poter con decenza mantenersi nella Carriera che intraprese con spirito di divota, e cristiana Religione, al quale effetto comparvero personalmente negli Atti di me Nodaro, ed alla presenza dè sottoscritti Testimonj li messer Pietro Carboncich quondam Gasparo, e Mauro di lui Figlio, Avolo e Padre rispettivamente del Patrimoniato Prè Antonio sudetto, persone a me Nodaro cognite, di mestiere agricoltori, ambi domiciliati in questa Comune, i quali ……[?] costituiscono, ed assegnano in via di Patrimonio al di loro Nipote e Figlio Prè Antonio li seguenti fondi Campestri, e di Città, esenti come essi asseriscono da qualunque ippoteca, o gravezza imaginabile per il qui ……[?] importo di Italiane lire duemille centocinquantaquattro Centesimi venti uno L 2154. 21/100, come ciò documentano le inserte Perizie dei Publici Stimadori Nicolò Zanon Proto Muraro, e Domenico Perentin quondam Zuañe Perito di Campagna, quali saranno presso di me Nodaro custodite e conservate ad ogni buon affetto. Cioè una Camera in secondo Piano, esistente nella Casa di abitazione delli costituenti Padre e Figlio Carboncich quondam Gasparo, situata nella Comune di Isola in Contrada dè Forni. Più un stabile di Campagna con entro alquante Viti picole, ed Olivari numero novantatrè N.° 93, ed Alberi fruttiferi numero nove N.° 9, come raccoglie la perizia rassegnata, e per il prezzo comprensivo ambedue dette Perizie di Italiane lire duemillecinquantaquattro Cmi 21 L 2054 21/100 [questa cifra rispetto la precedente, è inferiore di 100 Lire].

Eseguito questo importante assegno per parte delli costituendi Padre, e Figlio Carboncich al di loro Nipote, e Figlio rispettivamente Prè Antonio, con esuberante persuasione, che il Patrimoniato Religioso, sia ben incline di accedere di poi al Diaconato, e quindi al Sacerdozio, ne vanno convinti, che una costituzione tale sia ben sufficiente per approviggionarlo di un decente, e decoroso mantenimento, assicurando altresì, che detto assegno sia reale, e veritiero, né indur possa alcuno ad ombra di costrizione, o fittizio stabilimento, promettendo altresì che li fondi assegnati siano liberi / come fu detto di sopra / da qualunque gravezza od ippoteca.

Tanto sia fatto, ed eseguito a Gloria di Iddio Signore, ed a contento delle Parti, sottoponendo a cauzione la generalità dè proprj Beni ovunque posti in forma.

Da me Giuseppe Moratti quondam Giovanni Publico Nodaro nella Comune di Isola, Dipartimento d’Istria fù scritto, rogato, stipulato ed alla presenza delle Parti, e dè Testimonj fù quindi letto, e publicato in detta Comune nello solito studio, e Casa di propria abitazione di me Nodaro sudetto posta nella Contrada di mezzo, a Comune indicata alle ore quattro della sera, avendo servito di Testimonj li signori Canonici Don Giacomo Lugnani quondam Antonio, e Don Filippo Zaro quondam Antonio ex Cappucino, persone a me Nodaro cognite, e domiciliate in questa Comune, che si sottoscrissero unitamente a messer Pietro Carboncich quondam Gasparo,e me Nodaro, dicendo il di lui Figlio Mauro di non poter sottoscriversi per non sapere.

Pietro Carboncich affermo

Don Giacomo Canonico Lugnani fui presente, e Testimonio.

Don Filippo Zaro fui presente Testimonio.

Giuseppe Moratti quondam Giovanni Publico Nodaro hà rogato.

Capodistria li 14 Gennajo 1811

Registrato in Libro del Registro della sezione quinta al N.° 54, e pagato il diritto con Franchi trè C.mi 84, come da Boletta di data odierna pure al N.° 54-------Franchi 3:84/100

De Rin Conservator

Comandiamo, ed ordiniamo a qualunque dè nostri uscieri richiesti di dar esecuzione al presente Atto, a tutti i nostri Comandanti, ed Ufficiali della forza publica di prestar mano forte venendone legalmente richiesti, ed à nostri Reggj Procuratori presso le Corti, ed i Tribunali di coadiuvare l’esecuzione.

In fede di che io Giuseppe Moratti quondam Giovanni Publico Nodaro sudetto hò apposto il segno del mio Tabellionato [il timbro del suo Notariato, nel quale suo centro è impressa un’aquila con una corona reale nel suo corpo, mentre sopra la circonferenza vi è un’altra più grande con all’apice una croce e ai due fianchi ISOLA – C. M.и. D. I R] a questa copia autentica di prima edizione, che estrassi dalla matrice, e che rilasciata veñe in questo giorno sedici 16 Geñaro milleottocento undici, 1811, a mano di messer Pietro Carboncich quondam Gasparo.

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Addi 7 Feb.o 1790

Antonio Giacomo figlio Leg.mo di ser [segnato con un simbolo] Mauro Carboncich di Pietro, e di D.a [Donna] Lucia [?] Costanzo S. C. [Sua Consorte] nato li 2 cor.e a ore 3 fu battez.o dall’economo D. [Don] Giacomo Zago, e furono Padrini messer Battista Trojan, e D.a Maria moglie di ser [simbolo] Mauro Ulcigrai. Ita est [?] in Libro Baptismorum Ecclesia Parrochis Insularum

D. Joañe Fancio Pleb.m pastor.

Provincie Illiriche

Isola li 8 febbraio 1811

La Municipalità

Certifica chiunque, che l’estratto qui sopra è tutto scritto, e sottoscritto di proprio pugno e carattere dal Remo D.n Giovanni Can.co Fancio Parroco di questo Comune, e perciò degno di fede. In quorum

Per il Pod.tà impedito / Moratti Savio / Bressan Seg.o [Le firme sono affiancate da un timbro rotondo con al centro una colomba con le ali spiegate e nel becco un ramo d’ulivo; in circonferenza sta scritto: ٭ SIGILLUM COMMUNITATIS INSULARUM ٭]

----------------------------------------------------------------------------------------------

N. 290 /Provincie / Illiriche

Capodistria 19 Geñajo 1811

Certifico io sottoscritto, che il Chierico Minorijta Antonio Carboncich di Mauro della Collegiata d’Isola Diocese di Capodistria matricolato in questo Seminario Vescovile hà dato prove costanti di vocazione allo Stato Ecclesiastico, e di buoni corrispondenti costumi, e che terminato il corso regolare dè suoi studj, nello scorso anno scolastico è stato iniziato negli studj Ecclesiastici con profitto, come hà costato dagli Esami fatti alla presenza del Rmo Ordinario. In fede

Stefano Castellani Canc.e Tesoriere, Rettore del Sem.o Vescle ed in mancanza di Professore Ordinario Professore M. P.

Ferruccio Delise

BIBLIOGRAFIA: Archivio di Stato di Trieste, Fondo del Cesareo Regio Governo per il Litorale, b.1347.

tratto dall'articolo pubblicato il 15 marzo 2009 sul numero 376 del periodico “Isola Nostra”

I sacerdoti di Isola d'Istria nel periodo napoleonico: Bortolo Costanzo

busta

I sacerdoti di Isola d'Istria nel periodo napoleonico:

Bortolo Costanzo

Dovevano avere un patrimonio personale per mantenersi decorosamente

Quasi duecento anni fa, nel 1811, quando Isola d'Istria apparteneva al Regno d’Italia e Napoleone Primo ne era il suo Re, i nostri concittadini Bortolo Costanzo, Antonio Carboncich, Antonio Vascotto e Giovanni Delise scelsero di diventare sacerdoti. Essi avevano già frequentato il Convitto del Seminario vescovile di Capodistria per due anni, come rileviamo da uno dei tanti certificati, e nella documentazione che vedremo, ognuno di essi viene chiamato Chierico o Prè.

Per poter accedere al suddiaconato e successivamente diventare sacerdoti, essi dovevano avere per legge un certo patrimonio, una specie di “dote” onde poter con decenza mantenersi nella Carriera, come recita uno degli Atti notarili che vedremo in queste puntate. La documentazione per ognuno di loro comprende anche un’estratto di nascita e battesimo del Parroco di Isola Giovanni Fancio, legalizzato dal Municipio isolano; un Certificato di frequenza al Seminario; il benestare del Vicario Generale Capitolare di Capodistria, datato 12 febbraio 1811, che lasceremo per l’ultima puntata, perché è cumulativo per otto nostri conterranei, compresi i quattro isolani.

Quasi tutti i manoscritti sono discretamente leggibili tranne qualche parola. Quello del parroco isolano, che aveva una calligrafia simile ai geroglifici egiziani, ci ha fatto perdere più tempo per capire cosa egli aveva scritto, anche perché contiene simboli e abbreviazioni. Pertanto, le parole non individuate, saranno indicate con dei puntini seguiti dal punto di domanda; se riportate ma dubbiose, esse saranno seguite da un punto di domanda.

Questi documenti storici sono alquanto interessanti sotto ogni punto di vista, e noi li riportiamo in originale con gli eventuali errori.

La sequenza dei quattro nominativi è dovuta al fatto che il primo possedeva alcuni documenti del 1809, compreso quello di un notaio (nodaro) di Capodistria, gli altri tre avevano tra l’altro un documento con la stessa data e del medesimo notaio di Isola, che aveva segnato il numero progressivo dell’Atto notarile. In questa puntata riportiamo la documentazione del Chierico Bortolo Costanzo, il quale l’aveva ottenuta già nel 1809, tranne il benestare del Vicario, che otterrà nel 1811 come gli altri tre isolani e non si sa per quale motivo.


N. 155. Copia di prima edizione

“Regno d’Italia”

Napoleone I, per la Grazia di Dio e per le Costituzioni Imperatore de Francesi Re d’Italia e Protettore della Confederazione del Reno a tutti i presenti e futuri salute =

Capod’Istria questo giorno venticinque settembre 1809 . /. nove . /.

Munito di speciale Mandato di Procura portante la data del giorno 22 Agosto ultimo decorso debitamente Registrata sotto il giorno 6. Corrente, e che al presente resterà per inserto si è personalmente Costituito dinnanzi me Gio Maria Gravise Gravisi residente in questo Capo Luogo, ed alla presenza delli Signori Gravisi Lepido del fù Giuseppe, e Buttignoni Pietro del fù Lorenzo entrambi domiciliati in Capod’Istria, il Signor Michiel Costanzo del S.r Domenico, oriundo e domiciliato nella Comune, e Località d’Isola soggetta a questo Cantone ma ora commorante in questo medesimo Capo Luogo a me medesimo Nodaro e Testimonj perfettamente noto, il quale dichiarando di agire colla facoltà impartitagli col predichiarato Mandato di Procura dalli di Lui Genitori signori Domenico Costanzo, e Zannetta nata Totto, deviene per nome, e conto di essi alla Stipulazione del presente solenne Atto per il quale intende di Costituire ed assegnare all’Acolito [Religioso che ha preso il quarto degli ordini minori] di Lui Fratello Don Bortolo nelle misure espresse, ed indicate nel ripettuto Mandato di Procura sotto titolo di Patrimonio li qui in apresso dichiarati Fondi di appartenenza della Famiglia Costanzo, e sono:

Un Campo sito nell’Esterna Contrada detta di Ricorvo Circondario d’Isola con entro Viti a palo N.° 1176. Olivi N.° 37. Fruttari N.° 18. Confina da Levante Strada Consortale con pertiche settanta 70. Da Ostro ragioni [proprietà] di Francesco Parma q.m [= quondam, fù] Biagio con pertiche dodeci 12., da Ponente Acquaro con pertiche sessanta 60. e da Tramontana ragioni del Sig.r Contesini Alvise con pertiche ventiquattro; valutato detto Fondo dal pubblico Perito Domenico Perentin q.m Zuanne lire Venete duemila duecento venti, sono d’Italia lire mille cento trentacinque Centesimi novantatrè 1185:93.

Più altro Campo sito in Contrada detta del Capitel Circondario come sopra con entro Viti con suoi Alberi N.° 76. Olivi N.° 19. con Terreno ad uso di Semina; Confina da Levante ragioni di Marco Vascotto q.m Antonio con pertiche vent’una 21, Ostro il detto Vascotto con pertiche tredici e mezza 13:1/2, Ponente Strada Comunal con pertiche 30 trenta, e da Tramontana Strada Consortal con pertiche dieciotto 18. valutato pur questo dal sunominato Perito, e stimato per lire Venete ottocento trè sono d’Italia lire quattrocento dieci Centesimi ottant’otto 410:88.

Più un Fondo di Terreno posto in Contrada detta di Vilisan Circondario come sopra, con entro Arbori a Viti N.° 356. Olivarj N.° 25. Fruttari N.° 3. Confina da Levante altre ragioni della Famiglia assegnante con pertiche quarantatrè 43., da Ostro ragioni del Sig.r Antonio Pugliese con pertiche venticinque 25. da Ponente in parte ragioni di Antonio de Grassi, e in parte ragioni di Mauro Moscolin con pertiche quarantadue 42., e da Tramontana ragioni della Scuola del SSmo Nome di Dio con pertiche diecisette 17., Stimato anche questo dal Perito Domenico Perentin per lire mille duecento venti Venete pari ad Italiane lire seicento ventiquattro Centesimi quindeci 624:15.

Conformando questi tre pezzi di Fondo, che vengono consegnati al detto Acolito D.n Bortolo egli a corpo e non a misura, il complessivo importo di Lire Italiane duemila cento settanta C.mi novantasei 2170.96, che corrispondono all’incirca alli Ducati settecento 700. che dalli comuni Genitori gli si vogliono assegnare in via di Patrimonio; quindi è che in esaurimento della Facoltà deferitagli col ripettuto Mandato 22. Agosto decorso esso Sig.r Michiel Costanzo dichiara in nome delli di Lui Genitori Mandanti predetti, che debbasi intendere costituito al detto di Lui Fratello D.n Bortolo il di Lui Patrimonio nelli trè suriferiti Capitali, venendogli fatto tale Assegnazione Patrimoniale, onde possa coll’appoggio del medesimo conseguire l’ordinazione di Suddiaconato a cui aspira, intendendosi ora, e per il Caso, sollenemente ceduti, ed in esso Acolito D.n Bortolo trattasi detti tre Fondi di Terreno come si trovano giacere, ed esistere e come liberi, ed esenti da ogni aggravio, ed Ipoteca con promessa della debita manutenzione in caso di evizione contro qualunque molestante persona, obbligando per tal effetto ogni altro Fondo Capitale della Famiglia a termini di Legge, e nella più valida e solenne forma di ragione.

Michaele Costanzo Proc.e Aff.mo M. P. -

Lepido Gravisi q.m Giuseppe fui presente Testimonio -

Pietro Buttignoni q.m Lorenzo fui presente Testimonio -

Fatto, Stipulato, celebrato, letto, e pubblicato in Capod’Istria Capo Luogo e Dipartimento d’Istria, nello solito studio di me Nodaro infrascritto posto nella Casa al N.° 1072 in Contrada Marengo ervito avendo di Testimonj li prenominati Sig.ri Gravisi Lepido del fù Giuseppe e Buttignoni Pietro del fù Lorenzo, entrambi domiciliati in questo Capo Luogo li quali in unione al Sig.r Costanzo Procuratore sudetto si sono firmati di rispettivo loro pugno e Carattere.

Gio Maria Gravise Gravisi fù Gravise Nodaro pubblico residente in Capod’Istria.

Capod’Istria li 27. 7bre 1809.

Registrato in Libro del Registro della Sezione quinta al N.° 618. e pagato il R.e [Reale] Diritto con Lire tre C.mi 84. come da Boletta di data odierna pur del N.° 618.

De Rin Cons.r [= Conservator]

Comandiamo ed ordiniamo a qualunque de nostri Uscieri richiesti di dar esecuzione al presente Atto, a tutti i nostri Comandanti ed Ufficiali della Forza pubblica di prestar mano forte venendone Legalmente richiesti, ed ai nostri Regj Procuratori presso le Corti, ed i Tribunali di coadiuvare l’esecuzione –

In fede di che io Notajo Sottoscritto hò apposto il Segno del mio Tabellionato [Il Timbro del suo Notariato che è impresso nel documento, e che in circonferenza porta la scritta R. CAPOD. – C. M. C. N. D. I., mentre al centro vi è un’aquila con nel corpo una corona reale; un’altra corona più grande con la croce all’apice, si trova all’esterno della circonferenza] a questa copia autentica di prima edizione che feci estrarre dalla Sua matrice per mano a me fedele, e che hò rilasciata alle mani dell’Acolito D.n Bortolo Costanzo in questo giorno due ottobre 1809 /nove/.

Gio: Maria Gravise Gravisi del fù Gravise Nodaro publico residente in Capod’Istria.

Addì 25 Feb.o 1789 Bortolo Andrea figlio leg.mo del Sig.r Domenico Costanzo e della Sig.ra Zanetta Toto S. C. [Sua Consorte] nato li 15 Feb.o a ore 23 fu battez.o da ......[?] dal Sig.r Can.co D. [Don] Zuañe Fancio, e furono Padrini il Sig.r Bortolo Cernivani per cui intervenne il Sig.r Andrea Pellegrini da Capod.ia in forza di Procura segnata li 24 cor.e rogata in Atti dal Nob. Sig.r Giuseppe Lugnani P. [Pubblico] Nodaro, e la Sig.ra Pellegrina Pozzetto.

Ita est [?] in Libro Baptismorum ecclesia Parrochis [?] et Colleg.a Insularum ego D. Joannes Fancio Can.m Pleb.m et Vic.m ...... [?] pastor.

Regno d’Italia

Isola li 29 settembre 1809

La Municipalità

Certifica a chiunque, che l’Estratto qui sopra è tutto esteso di proprio carattere dal Re.mo D.n Giovanni Can.co Fancio Parroco di questo Comune, a cui si potrà prestare ovunque piena fede. In quorum

Il f. f. di Podestà / Bressan / l’Assistente di leg. / Carlini [Le firme sono affiancate da un timbro rotondo, con al centro la colomba ad ali spiegate e nel becco un ramo d’ulivo, e in circonferenza la scritta ٭ SIGILLUM COMMUNITATIS INSULARUM ٭]

Regno d’Italia

Capodistria trè / 3 / Ottobre mille ottocento nove.

Certifico con giuramento che Costanzo Bartolomeo da Isola Diocesi di Capodistria Chierico minorijta Matricolato né due añi di Convitto in questo Seminario hà dato costantemente prove di buon costume, e vocazione allo stato Ecclesiastico. In fede

Castellani Stefano Canc.e Tes.e della Catt.ale e Rettore del Seminario Vescovile.

Ferruccio Delise

BIBLIOGRAFIA: Archivio di Stato di Trieste, Fondo del Cesareo Regio Governo per il Litorale, b.1347.

tratto dall'articolo pubblicato il 15 giugno 2008 sul numero 373 del periodico “Isola Nostra”

L'anagrafe non ufficiale dei soprannomi a Isola d'Istria

Isola d'Istria, Trattoria all'Oriente, uno dei festaggiamenti dopo l'Oro Olimpico nel canottaggio di Amsterdam del 1928 (proprietà Walter Pohlen)

Antonio (Tonin) Vascotto ciciola nel 1987 aveva pubblicato il suo libro “Voci della parlata isolana”, “in devoto omaggio a Isola d’Istria” come era riportato nella copertina. In appendice aveva elencato tutti i “soranomi” isolani (noti e meno noti), preceduti da questo breve racconto in rigoroso dialetto dove aveva inserito, in carattere neretto, alcune decine di questi soprannomi. Alcuni di questi sono simpatici, pittoreschi, altri indifferenti e senza un preciso significato, alcuni anche un po’ pesanti o sconvenienti. Ma rimandano l’immagine di una vita povera e semplice nel nostro paese in un’epoca – come ricorda sempre Vascotto – in cui nessuno era veramente suscettibile quanto al proprio soprannome.

 

UN’ANAGRAFE NON UFFICIALE:
I NOSTRI “SORANOMI”

La Maria de legno se alsa al’alba, e la pensa de far pal suo Momi una bona manèstra, una mesalana coi capusi e qualche fasiol, con quel bon gusto de garbo. Ma prima la va a messa, e co’ la torna la incontra Ilario dela marineta, che iera stà la note a pescar col caicio. La ciol duto quel che a ghe ga dà: bòbe, una bòsega, un ragno, dei barboni, un bel folpo, un grosso guato sàlo, parfin qualche garùsa. Lù ghe conta che co’ a sé andà par mar la sera prima iera bonàsa e un poco de caligo, po’ sé vegnù una bava de vento e ala fin un lisier borìn, e a ga possù tirar su le nasse e anca pescar; iera anca de quei che pescava a tràta e cole coce.
Con duta la roba che la gà, ala dona ghe vien voia de far un bòn tocio, un brovetùso, e condir po’ quatro bigoli. La impisa el fogo coi fraschi, che i sé umideti e i fa fumi e qualche falisca.
Prima de meterse a cusinar la va a ciamar el fio. La camera sé scura, e alora la impisa una candeleta, ma Momi no se movi, a no versi i oci, le sue rece no le senti i sighi dela màre; ela lo scassa e lù dir: “Stago mal, go come una tremariola. No far ‘sto bacàn, ‘sta cagnara!”
- Va là, cagòn, no te me ciapi de meso, chi sa che caregheta che varè fato ieri sera; te varà bevù un bucalòn de vin, magari anca aquavita! Te son una sùca svoda! E po’ la matina te dormi come ‘na talpa. Ma a mì no te me conti gnanca una flocia, non son miga lele!”.
- Te giuro, mama, che no ‘vemo bevù. Semo ‘ndai in campeto de Manasse, e ‘vemo trovà una grande fighera de bianchi, bèn fati. La ‘vemo netada duta, no sé restà gnanca un figheto, anca perché Gigi ga vossù impinirsene un bàlego. Ma co’ stemo finindo, sentimo che come una bomba riva el paròn. In furia se ‘vemo dà ala fuga, la nostra fortuna sé stada la nòte fonda e le gambe bòne. A casa dopo me sentivo cussì sgionfo che gò dovesto molàr duti i busi dela cintura e calarla soto el buligo.
- Gò capì, sè boni de far solo robe de chebe. Bòn, se te staghi mal no’ te varà voia de magnar sta matina. Ve vò prontà un pignatùso de cafè cola late e ‘na fregoleta de pinsa co’ una frìtola.
- Ma no, mama, magnarò. E no stà a vardarme de storto, te son come una tarma! Sa cos’che me piasese? Una feta de quel bòn parsutìn crudo che pica in cusina, co’ un gioso de butiro sora de un tocheto de pan, e se sè do patatine frite.
La mare la va via fasendo finta de eser rabiada, ma la ghe vol tanto ben a ‘sto fio unico, vedova come che la sé, che la ghe dà duto quel che a vòl.
E la ghe fa quel bon pranso che disevo, badando ala tecia con amor... e meti una prèsa de sal, e serca se va ben, e prepara rucola e radicio in salata. A mesogiorno lu se imbacia dele bone robe che la Maria de legno ghe gà prontà, ma a no ghe dir gnanca un grasie. Pecà, ela bona come un panbèlo, lù invese un fio sensacuor!

Antonio Vascotto

tratto dall'articolo pubblicato il 15 giugno 2008 sul numero 373 del periodico “Isola Nostra”

I censimenti a Isola d'Istria dal 1581 al 1940

Tabelle dell'andamento demografico
a Isola d'Istria
dal 1581 (fonte Morteani)
al 1940 (fonte Archivi Comunali)

anno 1581 1595 1740 1766 1803 1823 1827 1831 1838
abitanti 3.000 1.490 2.195 2.286 2.600 3.000 3.205 3.340 3.472
 
anno 1840 1841 1844 1845 1846 1854 1861 1863 1869
abitanti 3.552 3.623 3.672 3.690 3.720 4.156 3.940 4.068 4.192
 
anno 1840 1841 1844 1845 1846 1854 1861 1863 1869
abitanti 3.552 3.623 3.672 3.690 3.720 4.156 3.940 4.068 4.192
 
anno 1871 1887 1896 1903 1904 1905 1906 1914 1940
abitanti 4.372 5.100 6.233 6.603 6.792 6.790 7.006 7.710 8.046
 
crescita demografica a Isola d'Istria dal 1581 (fonte Morteani) al 1940 (fonte archivi comunali)
grafico della crescita demografica a Isola d'Istria dal 1581 (fonte Morteani) al 1940 (fonte archivi comunali)

 
 
1869 12 31 repertorio cittadino distretto pirano WEB

Gli abitanti di Isola d'Istria nel censimento del 1869

Questo interessante documento, inviatoci da Vienna dall'amico Giorgio Penzo, è il “Repertorio Cittadino” di Trieste, Gorizia, Gradisca e dell’Istria, redatto dall’Imperial-Regia Commissione Centrale di Statistica di Vienna con i dati del censimento del 31 dicembre 1869. A pagina 22 troviamo i dati relativi al distretto giuridico di Pirano, da cui dipendevano le comunità di Isola d'Istria (con Corte) e della stessa Pirano con Castelvenere, Padena e Salvore. I dati erano preceduti da quelli relativi al distretto di Pinguente e seguiti dal distretto di Cherso.
Come si evince dalle statistiche riportate, la popolazione di Isola d'Istria, comprensiva del suo circondario, risulta nel 1869 di 4.677 unità (colonna 4), di cui 2.412 maschi (colonna 2) e 2.265 femmine (colonna 3). Escludendo invece il circondario, la popolazione di Isola d'Istria risulta di 3.964 unità. La prima colonna invece considera il numero delle case di abitazione (742 in totale).
Tutto il “Repertorio” è ovviamente redatto in tedesco, lingua ufficiale dell’Impero, ma i nomi delle singole località sono riportati nelle rispettive lingue locali.
 
tratto dall'articolo pubblicato il 15 giugno 2010 sul numero 381 del periodico “Isola Nostra”
 

Sul sito www.istrianet.org è presente una tabella con dei dati un po' difformi rispetto a quelli ricavati dal Morteani e dagli archivi comunali e per giunta poco omogenei, ma che per completezza di informazione riportiamo in questa pagina.
 
anno abitanti italiani sloveni altri
1880 4.448 99,08% 0,56% 0,36%
1890 4.896 98,96% 0,12% 0,92%
1900 5.517 96,36% 0,36% 3,28%
1910 6.101 96,94% 0,65% 3,51%
1945 7.272 95,00% 4.65% 0,35%

Isola d'Istria

Isola d'Istria dalle alture di Saletto

"...alle falde di questa valle (?) lambita dalle false onde, s'alza entro del mare in mezzo alli due Promontorj uno scoglio di figura quasi ovata, e di giro un lungo miglio, il quale serve di base alla terra, denominato Isola dal sito isolato, in cui sen giace. Chi ne fossero i primi fondatori, diversamente ne scrivono gli Historici. Leandro Alberti l'attribuisce agli Istriani, allorchè intorno al 550 d.C. la Provincia fu da gl'Hunni miseramente desolata..."

“...Isola non vanta una grande storia. La storia universale non la conosce, la geografia molte volte la dimentica; anche la storia dell’Istria non la mette in grande rilievo, altre cittadine le stanno davanti.

Eppure per noi Isola, il nostro umile Paese, ha la storia più grande, più bella e luminosa, perché è la nostra storia, la storia di ognuno di noi. La città più famosa del mondo non saprebbe dire al nostro cuore quello che ci sa dire il nostro Paese. Le sue case ci dicono dove siamo nati, ove siamo cresciuti nel calore delle nostre famiglie; le contrade risuonano ancora dei canti gioiosi, delle voci argentine della nostra fanciullezza innocente, le scuole ci ricordano i primi passi del nostro sapere, la Casa Comunale porta scritta la storia della nostra vita civile, i campi sparsi nella valle e sulle colline sono ancora bagnati dei sudori della nostra gente, le fabbriche, le officine, i negozi, i luoghi di lavoro testimoniano ancora la vita operosa ed industriosa del nostro popolo buono; il mare, che stringe Isola come in un abbraccio fraterno, ricorda i nostri pescatori, il loro amore al dovere, molte volte pagato con il sacrificio della vita.

Tutto a Isola parla al nostro cuore. Se i sassi avessero una bocca, anche i sassi parlerebbero e racconterebbero la nostra storia. Né gli uomini, né il tempo potranno mai cancellare questa storia, la nostra storia.

Tratto da una breve omelia pronunciata da monsignor Salvatore Degrassi durante una Santa Messa e pubblicata da Antonio Vascotto – a mo’ di prefazione – al suo libro “Ricordando Isola”

 

isola d'istria

Così si descriveva Isola d'Istria, il paese natale dei miei avi paterni, e molto probabilmente anche il sito in cui è nato e si è sviluppato il cognome.

Quando ho cominciato, nel 1978, Isola d'Istria era ancora governata da uomini che poco gradivano questo tipo di ricerche.

venerabile ufficio parrocchiale isola d'istria

In Parrocchia ad Isola d'Istria sono rimasti pochi libri.

Il censimento dei documenti e degli atti storici della neonata Repubblica Slovena che ha fatto il governo di Lubiana ha portato tutti i libri dei battesimi, tranne quello che copre il periodo dal 1506 al 1527, all'Archivio Vescovile di Capodistria, dove dopo diffidenza e sospetto si sono dimostrati molto disponibili e gentili.

Gli altri dovrebbero essere ad Isola, ma sono costretto ad usare il condizionale perché personalmente ne ho visti ben pochi...

caro padre!

Stesso tipo di sospetto, diffidenza e poca collaborazione le ho incontrate all'inizio delle mie richieste per visionare il materiale rimasto ancora ad Isola. Ristagna all'Ufficio Parrocchiale un fastidio cronico ad avere qualcuno che "spulcia gli archivi", ma dopo insistenze e chiarimenti c'è stata anche la loro disponibilità.

L'accesso ai dati è sempre stato complicatissimo.

Un tempo per colpa della guerra fredda, oggigiorno per colpa del contrario, per la tutela della privacy, per la cronica indisponibilità del Signor Tale, del Signor Talaltro, o per mille altre motivazioni.

Il Documento anagrafico più antico che ho visto è il libro dei battesimi registrati risalgono al 1506... del pregresso molto è andato distrutto o perso, mentre altro è disperso, e forse questo censimento operato dal Governo di Lubiana riuscirà a ritrovare...

decreto 10739 del 10 giugno 1820 sui matrimoni - fronte

decreto 10739 del 10 giugno 1820 sui matrimoni - retro

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